Migliorare attenzione, linguaggio e abilità visuo-spaziali: il crucipuzzle.

Oggi voglio parlarvi del Crucipuzzle, un gioco enigmistico che molti di voi conosceranno, ma ve lo presento dal mio punto di vista di educatore professionale esperto di stimolazione cognitiva. Nel video vi spiego quali funzioni cognitive alleniamo, i benefici dell’attività, a chi proporlo e vi do qualche consiglio su come proporlo e modificare il livello di difficoltà. In alto alla descrizione vi ho lasciato il link di qualche libricino utile. In particolare vi spiegherò cosa è un crucipuzzle, come si svolge l’attività e quali funzioni cognitive alleniamo. Inoltre illustrerò i benefici dell’attività, a chi possiamo proporlo (con qualche precisazione), i diversi livelli di difficoltà e come modulare l’esercizio. In questo video troverete molti consigli per svolgere l’attività in modo efficace. Provate e fatemi sapere nei commenti come è andata, o dubbi e domande.

Come comunicare con una persona affetta da demenza.

Uno dei sintomi della demenza è la compromissione dell’area del linguaggio, sia dal punto di vista della produzione che della comprensione. Come facilitare quindi la comunicazione verbale e non verbale nelle demenze? Prima di tutto è importante assicurarsi che la comunicazione non sia ostacolata da problemi fisici (es.problemi di udito, vista o alle protesi dentali). Ricordiamoci che nelle situazioni di relazione quotidiana la comunicazione verbale e la comunicazione non verbale sono strettamente interconnesse. Perché la comunicazione sia efficace, è importante che quella verbale e quella non verbale siano coerenti e sincronizzate, per non dare messaggi confusi e contrastanti. In generale, cercare di adottare un approccio calmo, tranquillo, accogliente e positivo. Cosa vuol dire tutto questo in concreto? Cosa fare?

Ecco qualche indicazione per la comunicazione verbale:

– Cercare di adattare il proprio stile di linguaggio : parlare lentamente, con frasi affermative e brevi, termini semplici e positivi

– evitare di sottolineare inutilmente gli errori

Indicazioni per la comunicazione Non verbale:

– sedersi di fronte al malato, guardarlo negli occhi e cercare di incoraggiarlo a parlare

– adottare una postura e braccia aperte

– osservare, ascoltare attivamente, cercare di cogliere l’emozione che esprime l’altro

Cosa NON fare: Nella comunicazione verbale:

– Non usare le negazioni o le doppie negazioni

– Non usare metafore, similitudini, modi di dire, allegorie

– Se il pensiero astratto è compromesso, non usare l’ironia, i doppi sensi, perché verranno interpretati alla lettera e quindi male interpretati

Rispetto al Non verbale:

– non parlare dando le spalle alla persona, non guardare da un’altra parte,

– non stare a braccia incrociate o con una postura rigida che comunica chiusura

Quando la comunicazione verbale risulta compromessa e inefficace…resta solo la comunicazione non verbale: Se il canale linguistico è compromesso e ha perso il suo ruolo, è inutile accanirsi per voler comunicare a tutti i costi con le parole. Meglio concentrarsi sul canale sensoriale e non sul contenuto verbale della comunicazione. Infatti le componenti non verbali sono altrettanto importanti, perché comunicano e danno il via a cicli emotivi che a loro volta influenzano il comportamento, come gli sguardi, il tono della voce, il volume della voce, la mimica facciale, la postura, i gesti… Fa parte del linguaggio non verbale anche il contatto fisico. Il canale sensoriale tattile è molto importante. Anche il contatto fisico comunica qualcosa. Fare carezze, coccole, accompagnare delicatamente nel movimento o pettinare i capelli, è molto diverso che afferrare o stringere un braccio, o spingere per affrettare un movimento.

Ricordiamoci che le sensazioni fisiche sono presenti nella persona e influenzano lo stato emotivo, quindi sono in grado di agitare o tranquillizzare. E’ bene utilizzare con gradualità il contatto fisico (per dare affetto, sostegno e sicurezza). È importante osservare le reazioni del malato e rispettare i suoi tempi. Stiamo molto attenti nei momenti quotidiani come l’igiene, il momento del pranzo se imbocchiamo, se dobbiamo aiutarlo a salire o scendere dall’auto… DA TENERE SEMPRE PRESENTE: Creare cicli relazionali positivi. Mantenere un atteggiamento positivo e rassicurante . Il paziente non smette mai di risuonare e di rispondere agli stimoli ambientali, anche nelle fasi più gravi di malattia.

É importante tenere sempre presente che il clima emotivo del momento presente influisce sui comportamenti!